27/04/2022

Armi Autonome e Sistemi Intelligenti: la corsa alle nuove tecnologie belliche è già cominciata

l'AI e la guerra del futuro

L’uso dell’Intelligenza Artificiale e’ destinato a rivoluzionare il modo in cui le guerre sono combattute, con un impatto paragonabile a quello avuto, in altri tempi, dall’introduzione della polvere da sparo o dal nucleare.

In prima fila nello sviluppo di sistemi d’arma intelligenti per le guerre del futuro ci sono USA, Russia e Cina.
Si punta sui droni kamikaze, progettati per volare in autonomia sino a individuare il bersaglio pre-impostato, per poi scagliarsi contro l’obiettivo ed esplodere. I Switchblades dell’esercito US, i KUB russi, i droni Tb2 Bayraktar sono velivoli dotati di testate esplosive, capaci -al netto delle differenze tecniche- di identificare e seguire un bersaglio: in pratica si tratta di proiettili vaganti intelligenti.

Parallelamente si stanno perfezionando i robot, dediti alla ricognizione sul terreno o al supporto del fuoco, come i cingolati a controllo remoto Uran-Ucgv dell’esercito russo, fabbricati con lo scopo iniziale di bonificare ampie porzioni di terreno da mine antiuomo e anticarro.

I Paesi che sostengono l’applicazione dell’AI in ambito bellico scorgono enormi benefici nelle armi intelligenti. Tecnicamente le armi autonome (o LAWs - Lethal Autonomous Weapons) sono armi in grado di identificare autonomamente il target e decidere di ingaggiarlo senza la supervisione di un operatore, a differenza dei sistemi intelligenti che intervengono prima della decisione di far fuoco per l’identificazione della minaccia o dopo per garantire una maggiore efficacia e precisione.

Oltre al vantaggio militare, le armi intelligenti ed autonome garantiscono precisione, sono maggiormente selettive, riducono i “danni collaterali” e comportano minor coinvolgimento di uomini.

Scienziati e gruppi della società civile d’altra parte sollevano la necessità di imporre urgentemente restrizioni sullo sviluppo in particolare dei sistemi d’arma autonomi. L’interrogativo è di carattere etico: chi può essere definito responsabile di un’azione eseguita da un robot? Il comando militare? I programmatori del software? I politici che hanno approvato l’impegno bellico? Delegare a una macchina la decisione di vita e di morte su un essere umano significa oltrepassare irrimediabilmente un confine morale? Infine, quali sono le conseguenze ultime dell’uso delle armi autonome sulla libertà e sicurezza del genere umano?

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